Conto corrente recupero

Cosa offre il servizio



Conto Corrente Recupero è un servizio dedicato ai Privati (consumatori) ed alle Imprese a cui è stata concessa un Apertura di Credito in Conto (Fido, Anticipo su Fatture, etc...)

Il servizio Conto Corrente Recupero mira al recupero delle seguenti voci di costo addebitate trimestralmente per l’utilizzo della linea di credito concessa:

- Commissioni applicate per l’utilizzo e la disponibilità fondi
- Commissioni di massimo scoperto
- Interessi Passivi sulle somme utilizzate
- Anatocismo legge di stabilità n.147 del 27.12.2013

Attraverso un’attenta analisi contrattuale il Ns studio è in grado di individuare diversi elementi di criticità presenti in questi contratti, che possono portare alla restituzione parziale o totale delle voci di costo sopra elencate.

Il servizio Conto Corrente Recupero mira a creare un rapporto diretto fra il cliente ed il consulente che gestisce la pratica di rimborso, senza l’intervento di intermediari, che spesso disconoscono le procedure , in modo da fornire un servizio all’altezza delle aspettative.

I contratti vengono analizzati per verificare:

- Se pattuiti in forma scritta – se la Banca non ha pattuito le condizioni di apertura di credito per iscritto o ha smarrito o distrutto la documentazione contrattuale, il contratto è nullo e comporta il recupero delle Commissioni applicate per l’utilizzo e la disponibilità fondi, le Commissioni di Massimo Scoperto ed gli Interessi Passivi .
Tale ipotesi risulta plausibile in quanto le Banche nell’ultimo decennio sono state soggette a fusioni ed incorporazioni che hanno comportato la messa al macero di parecchia documentazione contrattuale.

- Se concordate e motivate le modifiche unilaterali del contratto - se vengono riscontrate delle anomalie sulle modifiche apportate dalla Banca, si matura il diritto al recupero delle Commissioni applicate per l’utilizzo e la disponibilità fondi, le Commissioni di Massimo Scoperto ed gli Interessi Passivi, eccedenti l’originario pattuito.
Nel 70% dei casi analizzati, la Banca ha modificato le condizioni contrattuali senza seguire le indicazioni prescritte per legge.

- Anatocismo legge di stabilità n.147 del 27.12.2013 - Le Banche, nonostante la normativa abbia vietato tale prassi, ha continuato ad addebitare gli interessi trimestralmente, causando un aggravio di costo per il correntista.
Per i periodi antecedenti all’entrata in vigore del divieto assoluto di anatocismo dell’1.1.2014, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione n.21095 del 4.11.2004 e la successiva giurisprudenza della Corte Suprema, ribadirono circa la nullità delle clausole che prevedono la capitalizzazione trimestrale degli interessi sui saldi di conto corrente passivi per il cliente, e le ragioni dell’affermata nullità.

Il compenso per l’attività svolta è commisurato al risultato ed è pari al 40% del beneficio ottenuto.

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